TERAMO – Le parole pronunciate dal segretario provinciale del Partito democratico, Gabriele Minosse, a margine delle polemiche sulle dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione della Ruzzo Reti, non sono piaciute ai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Cristiano Rocchetti e Pina Ciammariconi e non solo per quel "fare il grilino" affibbiato al sindaco D’Alberto. Lo etichetta, dicono i penetastellati, perchè ha chiesto un cambiamento, «come se volere un rinnovamento con persone competenti sia un insulto».
«Sono anni che la Ruzzo reti Spa è stata usata come il campo dove coltivare le clientele elettorali, una storia di assunzioni scriteriate al solo scopo di avere ritorni elettorali senza alcuna preoccupazione per l’enorme debito che, nel frattempo, per questo modo di agire, si è accumulato – dicono i Cinquestelle -. Minosse, invece, vuole ancora percorrere questa vecchia strada, indulgere ancora a logiche spartitorie sotto il controllo dei partiti mentre sarebbe ormai ora (ma lo è già da molto tempo) di mandare un segnale di totale discontinuità col passato e consegnare la Ruzzo in mano a persone indipendenti e competenti nella più totale trasparenza con un bando di evidenza pubblica».
Difendendo la loro "originalità" dell’essere grillini, nel senso di quelli che pretendono di condurre la politico con buon senso, Ciammariconi e Rocchetti ricordano che «il buon senso è totalmente assente nelle intenzioni di Minosse: i suoi atteggiamenti e le sue sparate hanno portato all’estinzione il PD teramano». Con queste premesse i Cinquestelle chiedono al sindaco Gianguido D’Alberto «di procedere immediatamente con una selezione pubblica e trasparente per la scelta del prossimo consiglio di amministrazione della Ruzzo Reti. Chiediamo, inoltre, al Sindaco ed almeno al gruppo consiliare di Teramo 3.0 una forte presa di posizione contro le assurdità proferite da Minosse».